L’Analisi personale è un percorso diverso da quello della Psicoterapia e per comprendere le differenze tra le due modalità di lavoro, entrambe collocate nell’ambito della corrente psicodinamica, si segnalano le differenze semantiche tra le parole terapia e analisi.
La parola terapia (dal greco, therapeia: cura, guarigione) porta con sé il concetto di “cura” e di “guarigione”. Il termine si riferisce alla finalità generica di modificare lo stato psichico soggettivo di una persona che viene curata al fine di alleviare la sua sofferenza, sia essa causata da conflittualità interiori, da aspetti relazionali o dal rapporto con eventi reali a cui è difficoltoso far fronte.
La psicoterapia, secondo la Psicologia Individuale, si pone l’obiettivo di aiutare un paziente a dare un senso alle proprie conflittualità, incongruenze o ambivalenze interne; a riorientare le mete finzionali verso il lato utile della vita, imparando a realizzare una sana autoaffermazione ed al contempo a sviluppare capacità relazionali e cooperative con gli altri e con la società
Inoltre la psicoterapia si propone di fare sì che un paziente riesca a dare significati diversi alle proprie sofferenze in modo che il vivere ritrovi nuovi e positivi orientamenti. Il percorso si sostanzia nell’aiutare una persona che soffre a superare questa condizione allievando i suoi sintomi, a favorire un miglior adattamento alla realtà e raggiungere uno stato di maggior benessere. Nella sostanza porta a conquistare nuovi orizzonti di libertà
La parola analisi (dal greco, anàlysis: scioglimento, scomposizione) sottintende che per conoscere e comprendere qualcosa è primariamente necessario scomporla, ricondurla ai suoi elementi costitutivi e distintivi. Non che la componente di terapia non possa essere compresa all’interno di un percorso analitico individuale, ma il lavoro dell’analisi si pone come apertura alla complessità, composizione di elementi con-fusi tra loro, inconsciamente o implicitamente intrecciati e non immediatamente riconoscibili; svela laddove vi erano nascondimenti, vede laddove era possibile solo intravvedere.
L’analizzando non si propone come obiettivo il cambiamento o uno stato di maggior benessere, ma si proietta in una esplorazione-conoscenza di Sé che può essere senza fine. L’analisi è un percorso di conoscenza di sé, che dà vita a un ri-conoscimento di sé e della propria storia intima, che getta le sue fondamenta radicali nella storia passata, nell’implicita esperienza di essere nati nella relazione con l’altro, nei luoghi inconsci in cui albergano le ombre che ci abitano
Se l’intenzione della terapia è la cura, quello dell’analisi è la ricerca del senso del proprio esistere. In linea con il dinamismo psichico adleriano più profondo, quello del rapporto con l’inferiorità, l’inadeguatezza, l’ineluttabilità e, in ultimo, con la finitudine, l’analisi ha come suo scopo ultimo la conquista della consapevolezza dei limiti dell’esistenza, in un progetto creativo che vada “oltre il Sé”. Tutto ciò implica che il processo di incoraggiamento nell’analisi può essere condotto fino alla possibilità di stare coraggiosamente nel limite della finitudine della nostra vita, senza che questa perda di senso
Sul piano della tecnica, in Psicologia Individuale, non si pone come discrimine tra psicoterapia e analisi l’interpretazione del transfert, (come per molti anni è stato dibattuto all’interno del mondo psicoanalitico), poiché il primato relazionale dell’impostazione teorico-metodologica della Psicologia Individuale suggerisce l’importanza di lavorare costantemente, in ogni percorso, sulla relazione analista - analizzando e sulle riparazioni della tenerezza materna ferita. Certamente, sul piano della tecnica adleriana, l’analisi predilige una conduzione maggiormente orientata sul polo intensivo-esplorativo, con un uso più attivo del silenzio, e può prevedere setting con più sedute settimanali.