La Psicoterapia secondo gli orientamenti della Psicologia Individuale segue l’impostazione emotivo – relazionale che ha forti analogie con l’operatività seguita dalle cosiddette “psicologie del profondo” (Psicoanalisi, Psicologia Analitica, Psicologia dell’Io e del Sé, ed altre). Il modello adleriano sottolinea in particolar modo gli aspetti interpersonali, intersoggettivi e culturali del rapporto tra terapeuta e paziente.
Sebbene a livello internazionale, e per motivi ricostruibili anche a livello storico, vi siano modelli adleriani che hanno subito l’influenza del cognitivismo e delle terapie umanistiche, in Italia si guarda alle dinamiche profonde dell’intrapsichico e del relazionale e ad una specifica nozione di inconscio che non coincide con il rimosso freudiano, ma include il non conosciuto ed il non conoscibile.
L’approccio metodologico della psicoterapia individuale, rispetto alla significazione degli obiettivi generali del trattamento, discende dai paradigmi teorici di riferimento della Psicologia Individuale che orientano le linee guida della prassi operativa. Questo sono:
L’unicità dell’individuo, espressione del modello bio-psico-sociale, porta a impostare trattamenti tailor oriented: un progetto terapeutico deve essere commisurato alle singolarità di ogni specifico paziente. Ne segue che la fase propedeutica alla psicoterapia è la valutazione diagnostica, necessaria per comprendere il funzionamento mentale di un paziente. Come percorso di conoscenza iniziale, si sviluppa con la narrazione della storia di vita e permette di delinare lo Stile di Vita, espressione usata da Adler per delineare la singolarità e unicità dell’approccio con il mondo di ogni individuo. Per una comprensione più attenta dei dinamismi interiori possono essere usati i test proiettivi
I sentimenti di inferiorità che gli individui sperimentano sono ordinati a livello ontologico e filogenetico; sono radicati nei tratti biologici del temperamento e si esprimono negli atteggiamenti psico-sociali del carattere. Si tratta di sentimenti che influenzano lo Stile di Vita che, se equilibrato e adattivo, si orienta verso il lato “utile della vita”. In questa prospettiva i sentimenti di inferiorità hanno il ruolo di motore creativo del dinamismo psichico superando il rischio di essere vissuti come istanze scoraggianti
Nei percorsi psicoterapeutici è valutato il grado di maturità delle compensazioni, modalità utilizzate per affrontare le percezioni della propria inferiorità. Si tratta di strategie consce ed inconsce per affrontare le difficoltà della vita, coerenti con l'immagine che un individuo ha sviluppato del proprio Sé; queste strategie possono essere disfunzionali e condurre a compensazioni disadattive, lungo il lato “inutile della vita”, talvolta connotate in senso psicopatologico. Queste configurazioni sono la matrice delle sofferenze psichiche che la psicoterapia è chiamata a risolvere
La matrice sociale del pensiero adleriano ritiene che il senso psicologico delle manifestazioni umane non possa prescindere dalle interazioni che si sviluppano nell’ambiente di vita. Si strutturano gli schemi relazionali che hanno avvio nel rapporto con gli accudimenti materni che costituiscono la matrice intersoggettiva al cui interno ha origine la vita psichica. La relazione con i fratelli e l’ordine di nascita contribuiscono alla formazione dell’individuo, così come tutte le relazioni con i pari e, a seguire, le relazioni sociali in generale. Si tratta moduli di legame che si radicano nell’esperienza esistenziale, sia in senso profondo, sia nel senso intersoggettivo e segnano le relazioni con i propri simili
Obiettivi della psicoterapia adleriana, sin dalle sue prime formulazioni, si identificano con la ristrutturazione dello Stile di Vita, il ri-orientamento delle finzioni disadattive e la sperimentazione di nuovi moduli di legame. La psicoterapia diviene in tal modo un’esperienza di relazione con lo psicoterapeuta portato ad assumere, nell’espressione di Adler, una “tardiva funzione materna”
Nei percorsi delle psicoterapie adleriane, pertanto, sono attive due vie del cambiamento, quella intrapsichica e quella relazionale. Le due vie sono intrecciate nella relazione con il terapeuta che ripropone l’”ambiente relazionale tenero primario”, nutrimento progressivo per la trasformazione dello Stile di Vita. L’obiettivo di favorire una relazionalità matura, capace di modulare la cooperazione con gli altri senza sacrificare i bisogni e la realizzazione personale. Il Sé creativo del terapeuta e la sua presenza empatica ed incoraggiante attivano il Sé creativo del paziente, in ordine all’individuazione di nuove soluzioni per il proprio Sé, per i rapporti con gli altri e con il mondo
Durante la psicoterapia adleriana viene anche data grande importanza ai sogni che, come i primi ricordi, sono espressione dello Stile di Vita e significativi lungo l’asse temporale presente-passato-futuro. Dal punto di vista del setting, viene preferito un setting a cadenza settimanale, rigoroso, con una posizione vis-à-vis, anche se sono possibili incontri con frequenze più ravvicinata e l’utilizzo di una poltrona girevole.