La psicoterapia dell’età evolutiva ad indirizzo Individual Psicologico si colloca nell’alveo dei modelli di psicologia e psicoterapia di matrice psicodinamica, ponendo particolare accento alla dimensione relazionale e intersoggettiva, sia per quanto concerne i riferimenti teorici relativi allo sviluppo psichico del bambino e dell’adolescente, sia per quanto riguarda la pratica clinica.
Come è noto, Adler, nei suoi testi dedicati ai “bambini in difficoltà” (Psicologia del bambino difficile; Psicologia dell’educazione; La Psicologia Individuale nella scuola), ha proposto una teorizzazione ed una metodologia operativa sviluppate prevalentemente in ambito educativo. Pur non avendo elaborato un vero e proprio modello di psicoterapia dell’infanzia, il padre della Psicologia Individuale ha fornito una struttura teorica ed efficaci concettualizzazioni, ancora attuali e confermate dalle più recenti ricerche nell’ambito della psicologia dello sviluppo e delle neuroscienze. Su queste basi gli psicoterapeuti adleriani dell’età evolutiva fondano la loro prassi clinica psicodiagnostica e psicoterapeutica. La matrice adleriana ben si presta a fruttuose integrazioni con altre teorie psicodinamiche (Mahler M., Bowlby J., Stern D., Winnicott D., Fonagy P., ecc.) e neurobiologiche (Gallese V., Siegel D.) nella costruzione di un modello aggiornato e flessibile.
I Principali Costrutti Teorici
Tra i principali costrutti teorici di riferimento, da cui discendono l’approccio e la metodologia psicoterapeutica in età evolutiva, evidenziamo:
L’unicità dell’individuo, concetto da estendersi al sistema familiare nel quale il soggetto in età evolutiva è inserito. Sulla base di tale principio, il progetto terapeutico viene costruito e calibrato a partire dalla della singolarità del soggetto “unico e irripetibile” e del suo contesto di riferimento, così come è necessario tenere conto della personalità del terapeuta, anch’egli soggetto attore della relazione terapeutica
La conoscenza preliminare del bambino/ragazzo e del suo contesto avviene nella fase psicodiagnostica, attraverso i colloqui clinici con i genitori e il minore, le osservazioni in situazioni di gioco e la somministrazione di test ad hoc. Tale percorso consente di giungere alla stesura di un profilo che descriva l’eventuale quadro psicopatologico, il livello di organizzazione di personalità, il funzionamento mentale e lo stile di vita del minore. Nell’infanzia è fondamentale includere, nell’accertamento diagnostico e nell’elaborazione del profilo, il funzionamento e la storia del contesto familiare, in quanto strettamente connessi al funzionamento del bambino e allo sviluppo ed interiorizzazione delle principali funzioni psichiche
L’unità bio-psico-sociale dell’individuo: il bambino è corpo, mente e relazione e il processo terapeutico deve tener conto di queste componenti. Fondamentale l’osservazione del corpo e il linguaggio non verbale, così come la modulazione e la lettura delle interazioni corporee tra bambino e lo psicoterapeuta. L’attività mentale del bambino va riconosciuta nella sua matrice corporea, così come l’interpretazione dell’origine delle rappresentazioni mentali di sé e della realtà va collocata nelle esperienze relazionali primarie preverbali e pre-simboliche
Il concetto di mente relazionale: l'interazione tra la mente del bambino e la mente degli adulti significativi è la condizione di base ed irrinunciabile per lo sviluppo psichico dell’individuo. La relazione terapeutica è efficace se attiva o riattiva in maniera sana le funzioni di accudimento (Spitz R.), di sintonizzazione affettiva (Stern D.), di contenimento (Bion W.), di riflessività e responsività (Fonagy P.) e di regolazione emotiva (Bowlby J., Ainsworth M.), necessarie per un’evoluzione armonica del Sé e della "matrice nutritiva interna primaria”(Adler), primo nucleo di sviluppo delle capacità empatiche e di relazione del bambino.
Lo Psicoterapeuta
Nella psicoterapia dell’età evolutiva, lo psicoterapeuta:
Entra in contatto con il modo del bambino di “vedere e vivere” se stesso e il mondo, si sintonizza con il suo mondo interno ed il suo sistema di rappresentazioni, si pone nel suo registro espressivo e comunicativo. Il gioco simbolico, il disegno, la narrazione di storie inventate per i bambini, così come l’identificazione in personaggi di libri, film, serie TV, testi di canzoni per gli adolescenti, rappresentano un canale e un terreno di lavoro particolarmente significativo e profondo in età evolutiva
Il lavoro sull’immaginario permette al bambino di esprimere il proprio mondo interno, di rappresentarlo e, insieme al terapeuta, a partire da una pensabilità condivisa, di rielaborarne i contenuti, di riorganizzarlo, di trovare soluzioni ai conflitti presenti, dare nuove possibilità di evoluzione ai blocchi emotivi, rassicurare, rinforzare, ecc. Ciò va a incidere sulle rappresentazioni che il bambino ha di sé, degli altri e della realtà e che stanno alla base del suo pensiero e del suo comportamento (stile di vita), con la finalità di consentire al bambino di affrontare i compiti evolutivi in maniera più adattiva ed armonica
Non si pone in una posizione esterna di osservatore/decodificatore, ma si mette in gioco nella relazione con il bambino/ragazzo, interagendo con lui come co-autore e co-interprete delle storie inventate e dei giochi condivisi. Egli è ricettacolo delle proiezioni del paziente e dunque interprete dei diversi ruoli (reali o immaginari) a lui attribuiti, ma è anche “persona reale” in relazione con il “bambino reale”, una persona con cui il bambino può confrontarsi, dialogare, condividere, trovare rassicurazione, contenimento, incoraggiamento e strategie per affrontare le difficoltà e le sfide della crescita
Lavora in sinergia con il contesto in cui il bambino/ragazzo vive, in particolare con la famiglia e la scuola. Genitori e insegnanti diventano collaboratori fondamentali del processo terapeutico, con cui stabilire una solida alleanza e confrontarsi periodicamente. Questo perché il soggetto in età evolutiva è costituzionalmente molto permeabile alle influenze ambientali e si avvantaggia di una buona coerenza tra azione terapeutica e azione educativa. Gli adulti significativi del contesto, inoltre, vanno aiutati a decifrare i comportamenti e i bisogni dei bambini, per accompagnare il loro sviluppo sul “lato utile della vita” e sostenere i cambiamenti promossi dal percorso psicoterapeutico.