CHILDREN STEVE McCURRY

La speranza di vivere in un mondo più giusto, espressa negli occhi dei giovani protagonisti

La mostra del fotografo statunitense Steve McCurry, esposta per diversi mesi al Museo degli Innocenti di Firenze e conclusa lo scorso 8 Ottobre 2023, ha raccontato l’infanzia nel mondo con una galleria di ritratti.

L’essenzialità del titolo “Children” rimanda all’essenza di questo straordinario periodo della vita che annulla le differenze dovute alle etnie, alle tradizioni culturali, alle condizioni di vita e accomuna i bambini di ogni parte del mondo nella tensione verso la vita, verso il crescere.


“Children” è un percorso che porta a incontrare piccoli esseri umani che pur affrontando condizioni tanto diverse, segnano la sostanziale unità di intenti, di pensieri e di speranze.
I protagonisti fotografati sono giovanissimi che vivono in luoghi molto diversi tra loro; sono bambini indiani, birmani, giapponesi, africani e brasiliani checrescono nelle città, nei villaggi, in paesaggi rurali. Sono ritratti in ambienti di guerra, in colonne di profughi, in momenti di gioco intorno aresidui bellici, in pozzanghere di fango o con in mano oggetti costruiti con materiali di scarto. Emergono narrazioni che evocano l’amicizia, la solidarietà, la familiarità tra i bambini sempre capaci di trovare vicinanze e percorsi comuni.


La sensibilità eccezionale del famoso fotografo sa riprendere la purezza e l’innocenza dello sguardo dei bambini, sa entrare in empatia con il loro sentire la gioia o il dolore, l’entusiasmo o la paura, la speranza o lo sconcerto.

L’obiettivo di McCurry consegna alla sensibilità del visitatore una gamma di emozioni che portano ad intuire il mondo che sta oltre le immagini esposte: il mondo che gli adulti hanno costruito, squilibrato e contraddittorio, che porta divisioni, logiche di potere, distruzioni incontrollate che l’infanzia, tradita nella sua purezza, è costretta a conoscere.


L’intero percorso, godibile nell’estetica degli scatti, suscita coinvolgimenti emotivi e può evocare negli animi sensibili il sentimento della responsabilità verso le future generazioni; l’infanzia di oggi, dicono le immagini della mostra, chiedono il sogno di un mondo più giusto (che non dovrebbe essere tradito) ma che i venti che soffiano sulla contemporaneità non sembrano ascoltare.


La mostra è stata ospitata dall’Istituto degli Innocenti di Firenze, una sede certamente ideale per il i messaggi proposti dal lavoro di McCurry. L’Istituzione è sorta a metà del Quattrocento come luogo destinato ad accogliere, curare e far crescere i bambini abbandonati. E’ pertanto una delle Istituzioni più antiche del territorio italiano che da più di 600 anni si è ininterrottamente dedicata alla protezione dell’infanzia. Un eccezionale archivio informatizzato documenta la storia dell’Istituzione con puntuali riferimenti ad ogni bambino accolto.

E’ un’eccezionale risorsa per ripercorrere i nomi dei bimbi abbandonati, delle persone che li hanno accuditi e del destino a cui sono andati incontro. A partire da Agata Smeralda, la prima bambina accolta il 5 Febbraio del 1445.


Gli stimoli concettuali ed emotivi suscitati dall’esperienza di visitare la mostra sono andati a sovrapporsi agli intrecci visionari che Alfred Adler, un secolo fa, ci consegnava negli scritti dedicati all’infanzia. Quelle pagine sembrano oggi l’eco di tanta storia qui vista: l’interesse verso l’infanzia, verso la priorità sociale dell’educazione dei bambini sono meravigliosamente rispecchiate dalle opere che l’Istituzione degli Innocenti ha compiuto per secoli.

La speranza di vivere in un mondo più giusto, espressa negli occhi dei giovani protagonisti ritratti, rimanda al pilastro del sentimento sociale da cui può gemmare la fratellanza, l’accoglienza delle diversità, lo spirito di cooperazione, la gestione equilibrata del potere, la soluzione dei problemi tramite il dialogo, l’evitare la violenza e, non da ultimo, bandire dagli scenari umani le follie della guerra.